lunedì 5 ottobre 2020

Le Ombre ( Poesia di Roberto Minichini )

Le ombre sono talmente belle da sembrare statue

Che onorano boschi selvaggi delle loro presenze

Mentre ogni cosa ripete e ripete

Il Nuovo Verbo del Bene

E l’Unione Sovietica mi sembra oggi

Sempre più convinta

Del proprio sole dell’avvenire

Ma Rasputin ancora giace

Nudo in spiaggia

E crede solo al sole

Della natura

Meditabondo si gode

Attimi di gioia eretica

Giocando con i propri piedi

Ride

Ed ama le donne amabili

 

Roberto Minichini, Gorizia, Ottobre 2020



lunedì 12 dicembre 2016

Ore notturne

Quanta bellezza sprecata
nelle lunghe ore d'attesa notturne
chiuso in un angolo stretto stretto
ci si sente come ingabbiati
eppure
un po' di benedizione ancora la si avverte
pur non condividendo nulla con nessuno

Nova Gorica- Dicembre 2016

lunedì 20 giugno 2016

Ombre trasparenti viste in cielo

Non cercare sentieri molteplici
che portano alla bellezza senz'anima
alla ricchezza senza merito
al bene senza Dio
c'è un tempio nell'uomo,un tempio in ogni uomo
questo tempio è un cielo immenso
è il tempio dell'istante fermato
in cui non si ricerca più nulla
allora ascolta assieme a me questa musica silenziata
prendi la mia mano,e lascia che sia gioia senza forma

( Roberto Minichini,19/06/2016 )

lunedì 29 febbraio 2016

Luce dei templi antichi

Desidero che gli Dei si destino dal loro sonno millenario
e tornino ad abitare le rovine dei templi antichi
non conosco altra origine o passato che il tempo eterno
che sia Luce ovunque sulla terra,Luce di uno spirito nuovo
eccelso e sempre fedele a se stesso
il suo tempo è ciclico,il suo è cammino atemporale
quando dalle tenebre nascerà un nuovo giorno,gli Dei saranno desti
e sapienza,bontà,pace,purezza saranno le melodie ascoltate ovunque

Roberto Minichini,29 febbraio 2016

domenica 22 marzo 2015

Passi lenti e misurati

Passo dopo passo
scende sera
la notte avvolge il mondo,mondo di illusioni
la città scompare,passo dopo passo, in lontananza
è primavera,primavera nera,primavera vera

Roberto Minichini, Gorizia il 22 marzo 2015

giovedì 25 dicembre 2014

Estratto da "Quando amo"(Fantasia letteraria priva di rapporti con la realtà) , scritto a Gorizia , il giorno di Natale , 25/12/2014

Non ho mai amato in vita mia una donna tanto quanto amo te ora, al confronto mi sembra di non aver mai veramente conosciuto l'amore vero e profondo, l'amore totale, in 41 anni di vita precedente. Tu per me sei una Dea che adoro giorno e notte. Permettimi di vivere e di morire per te, morire per te è per me meglio che vivere senza di te. Tutta la vita ho desiderato morire per una grande causa, tutte queste cause e questi ideali erano errori, morire perchè si ama una donna è cosa invece veramente luminosa, divina, eroica. Da un giorno all'altro sei entrata nella mia vita, dopo il ritorno in Italia avvenuto quest'estate, a seguito di mesi lunghi, pesantissimi e terribili passati in Germania. Questa Germania, capitalista e mercantile fino all'estremo egoismo e cinismo,metafisicamente vuota e nemica di ogni tradizionale valore germanico, sottoposta alla tirannide del politicamente corretto più banale, quasi totalitario, e veramente ottuso, questa Germania da me tanto amata e tanto spiritualmente servita, fino adesso mi ha ricambiato con una freddezza incredibile,quasi un disprezzo e un rifiuto, spingendomi allo sconforto più nero.Volevo diventare il più grande critico letterario germanista, invece sono tornato in Italia completamente battuto su tutti i fronti, e mezzo morto come uomo. A maggio avevo toccato il fondo, ridotto ad essere praticamente un barbone per alcuni giorni, di notte vagavo solo e nel buio completo sulle sponde del Reno, disperato e recitando a memoria, per fissarle nella mente, poesie varie, possibilmente corte, di Goethe, Rilke, e Brecht . Nel mio zaino stracolmo avevo solo libri vecchi comprati per pochi spiccioli, volumoni di Walter Benjamin, testi di Marcel-Reich Ranicki, Arno Schmidt, Franz Kafka , Hölderin, Schiller e Peter Handke.Il fallito paraletterato, italico per cittadinanza e mentalità, germanico per nascita e per scelta culturale. Tutte fantasie ridicole da perfetto idiota con la testa fra le nuvole, da perenne adolescente che si sono scontrate con la più bruta e cruda delle realtà sociali. La Germania di oggi è un paese in cui l'unica cosa che conta è l'efficienza produttiva, i titoli e i gradi ufficiali, l'etica ossessiva del lavorare tanto e sempre e del lavoro come attività unica per cui l'uomo è stato creato, e prima di tutto i soldi, il vile denaro a cui si fa un culto grottesco ed assolutista. Sono stato costretto a battere in ritirata e tornare in Italia, finchè ancora mi reggevano le gambe e lo spirito. Dalla padella alla brace, come si suol banalmente dire: da un paese fin troppo rigidamente serioso, efficiente e competitivo, freddo ed egoista da un punto di vista dei rapporti umani, a uno in cui non funziona praticamente nulla,in cui governa molte volte la furbizia più sfacciata, e in cui si vive spesso solo di chiacchere e escandescenze a vuoto e teatrali. Ma in Italia ho trovato calore umano,generosità, riconoscimento del valore intrinseco della mia persona, ho trovato ascolto e comprensione, interlocutori interessati ed interessanti alla cultura e alla spiritualità non funzionali e non sottomessi alla economia, sono stato trattato non come numero di un ingranaggio meccanico ma da uomo composto di carne ed anima, con tutte le sue luci ed ombre. Forse in questi ultimi mesi mi sono paradossalmente sentito per la prima volta in vita mia un italiano, almeno in parte, in gran parte, e sono stato e sono in fin dei conti contento di esserlo. Ma la cosa più importante è la seguente: tornando in Italia io ho trovato te, la donna che amo, un amore che è arrivato quando non avvertivo alcuna esigenza di questa dimensione nella mia esistenza. Dopo averti conosciuto per un pò, in modo superficiale e poco intenso, già da allora pensavo molto a te, da almeno un paio di mesi in modo molto serio ti volevo più che bene, anche se non ne capivo il motivo concreto. Ma grazie a Dio l'amore è cieco. E' arrivato settembre, era ora di tornare in Germania, tornare a Mainz, andare a Monaco di Baviera. Tutto ciò che ora trovo di crudele,cinico e vuoto nell'attuale Germania supercapitalista,globalista e materialista, non ha minimamente intaccato o messo in dubbio il mio amore idealista e la mia fedeltà spirituale a quello che io definisco, e non solo io , la Germania Eterna, "Das ewige Deutschland". Continuerò in modo inflessibile e coerente, noncurante delle contingenze o delle mie vicende personali, a tributare onore finchè vivo e ovunque mi trovi alla cultura tedesca, nella forma della lingua,della filosofia e dell'arte, ma soprattutto coltivando in modo serio e profondo i miei studi della letteratura di lingua tedesca, è la letteratura tedesca, la deutsche Literatur, la mia più grande passione. Torno quindi in Germania per una visita mordi e fuggi ,non come barbone che ci abita da disperato, ma come gaio turista italiano. La prima tappa è Mainz, la città dove sono venuto al mondo nel 1973. Ci sono nato e stato da bambino piccolo, ma sono cresciuto in altre parti della Germania, le città di Mainz e Wiesbaden le ho conosciute veramente solo quest'anno, da uomo quarantenne più che adulto. Ovviamente ho conosciuto a fondo tutte le biblioteche della zona, e parecchi cafè frequentati da avidi lettori e studenti. Scribacchiavo con vaghe pretese in un tedesco letterario forse forzatamente colto un numero imprecisato di poesie, aforismi, appunti vari, pezzi di diario(cupi,cupissimi), abbozzi di racconti brevi e saggi letterari, note bibliografiche sparse.Tutto ciò è finito per volontà mia, perchè lo consideravo letteratura di quart'ordine della cui pessima qualità vergognarmi, nel Reno durante una drammatica notte di maggio, notte in cui vidi apparire all'improvviso degli angeli custodi, spuntati dal nulla in mezzo al buio pesto degli alberi vicini, angeli dellla cui esistenza fino ad allora ignoravo tutto, angeli soprannaturali, autentici spiriti germanici antichi, spiriti protettori del Reno, con cui ho stretto una specie di patto, di alleanza. Passata l'estate italiana, un'estate di riposo e di leccarsi le profonde ferite, un breve soggiorno di vita nella mia Germania tanto severa con me era in programma di nuovo. Ero nella Parcusstraße a Mainz quandò squillo il mio telefono nella tasca della giacca, ero quindi di ritorno in Germania per pochi giorni, di ritorno in visita alla mia città natale. Era il 25 settembre 2014, mezzogiorno era già passato da diverso tempo. Lasciata la stazione centrale alle spalle, dopo pochi metri mi sei venuta in mente tu, sentivo, sapevo che fra poco mi avresti chiamato al telefono. Era assurdo pensarlo, fra noi non c'erano praticamente contatti regolari di sorta, ma la percezione era netta :"Sto per ricevere una telefonata dall'Italia, è lei, è lei, lo so, fra poco sarò a telefono con lei ." Ecco com'è andata , lo racconterò nelle seguenti righe. Parcusstraße 5, sono raccolto di fronte alla casa di nascita di Anna Seghers, scrittrice ebrea e socialista, perseguitata dai nazisti, autrice, fra le altre opere, di un romanzo bellissimo e a mio avviso fondamentale :"Das siebte Kreuz", "La settima Croce".Una donna bionda mi fissa con sguardo gelido e diffidente da una finestra dell'elegante palazzo signorile, poi, evidentemente, si rende conto che sono un pellegrino letterario venuto a rendere omaggio alla lapide commerativa della scrittrice, e il suo sguardo diventa quasi dolce prima di sparire di nuovo dietro la tenda.Sento squillare il mio cellulare , ci metto qualche secondo a tirarlo fuori e rispondo. Sei tu , mi hai beccato a pochi passi dalla via in cui una volta ci fu il ristorante in cui i miei genitori si erano visti per la prima volta .Sento come di avere una mano pesante ma amorevole sulla spalla, è uno degli angeli custodi del Reno, in pieno giorno, è il segno che qui si sta compiendo qualcosa di importante, che agisce il destino. Sono sempre stato fin da bambino una specie di medium e sensitivo spontaneo, ma questo mi ha più creato problemi e sofferenze che dato soddisfazioni e piaceri ."Sei tornato in Italia per incontrare questa donna, adesso in Germania, oggi , nel luogo in cui sei nato e in cui tuoi genitori si sono conosciuti per la prima volta, noi te lo facciamo sapere. La Germania non è ingrata nei tuoi confronti, la Germania ti ama e ti protegge, ma tu dovevi tornare in Italia per lei".Ti dico che sono in Germania, non ti ho neanche detto che partivo, talmente poca confidenza avevamo, a questo punto siamo ancora degli sconosciuti uno per l'altra. Meno di un'ora dopo ho con me un libro usato appena acquistato, un testo di Martin Heidegger pubblicato a Francoforte nel 1950, "Holzwege". Mi trovo seduto sulla riva del Reno e ti ritelefono con il libro in mano , durante la telefonata ci scrivo dentro la mia autodedica , inclusa la data e l'ora : Mainz, 25/09/2014, ore 14.23 . Dallo specchio d'acqua di fronte a me , grazie a uno gioco di luce dovuto al bel sole che sovrasta la città, si intravede una figura: due mani che si scambiano un anello. Chiedo a una giovane donna che passa , appena finito di telefonarti , cosa vede di fronte a noi dentro il Reno. Lei ci pensa un attimo e poi ridendo mi dice:" Sembra che qualcuno si sposa dentro il fiume." Roberto Minichini , Gorizia , giorno di Natale 2014  


sabato 23 novembre 2013

La Via luminosa ed oscura di Paul Celan , poeta di lingua tedesca


Novantatre anni fa , il 23 novembre 2013 , nacque in una famiglia di religione ebraica a Czernowitz ( oggi Ucraina , allora Romania ) il poeta Paul Antschel , ovvero Paul Celan . Egli sopravvisse alle persecuzioni antisemite nazifasciste della seconda guerra mondiale , a differenza dei suoi genitori . Questa terribile esperienza segnò l'intero resto della sua vita , l'intera sua opera poetica . Egli era cresciuto in una famiglia di lingua tedesca e si mantenne fedele alla sua madrelingua nel campo della creazione artistica , in quanto la prima lingua imparata è la più profondamente originaria e radicata e quindi è la lingua della lirica . Paul Celan avrebbe lasciato la sua zona d'origine della Bucovina dopo la guerra per andare prima a vivere e studiare a Bucarest e poi a partire dal 1948 , dopo una tappa esistenzialmente deludente di sette mesi trascorsa a Vienna , andò a vivere per il resto della sua vita a Parigi . Qui io non intendo ricostruire un tracciato biografico di questo grande poeta , ci saranno altre occasioni per farlo in maniera molto più dettagliata , voglio semplicemente fare un saluto a questo uomo il giorno del suo compleanno , dicendo anche in sintesi che impressione mi fa la sua poesia a livello interiore . Paul Celan , il quale conosceva in modo pressochè perfetto molte lingue ed era anche un eccellente traduttore letterario , scriveva i suoi versi solo in tedesco e il suo tedesco era un tedesco alto , cristallino , difficile ed oscuro . Molte delle sue poesie sono a dir poco ermetiche e solo di una minoranza di esse abbiamo un significato facilmente intuibile , una interpretazione a cui fare riferimento più o meno certo , più o meno sicuro . A chi gli chiedeva di spiegare i suoi versi , rispondeva sempre quello che a mio avviso è la risposta giusta in questi casi : " Leggete , e il significato verrà " . Egli morì suicida nel 1970 , era un uomo dalla vita travagliata , e a livello interiore la sua sofferenza ed insofferenza crebbe sempre di più con il passare degli anni . Leggerlo può essere un esercizio difficile , ostico , per la incomprensibilità di molte sue creazioni a volte anche pesante e noioso . Tuttavia non bisogna arrendersi agli ostacoli ed insistere , piano piano si aprono percezioni ed associazioni preziose , gradualmente il suo stile diventa famigliare , piacevole nella sua particolarità tipica . Una sensazione di piccola meraviglia , di microstupore , si scatena in me , con poi , quasi inevitabilmente , un finale o un intermezzo che ispira sconsolante tristezza . Si , perchè è triste , tanto triste la poesia di Paul Celan , anche se non mancano frequenti venature di altra natura , ed è proprio forse per questo bella e profonda nella sua ultima essenza . Roberto Minichini